Tutti abbiamo uno scopo nella vita. Una missione che ci è
stata affidata, a volte inconsapevolmente, dalla vita stessa o da un’entità
superiore (per chi ancora ci crede).
Anch’io sono stato creato con uno scopo preciso. L’entità
superiore che mi ha fabbricato e affidato la missione non ha nulla di
spirituale, così come il mio scopo, eppure, nella posizione in cui mi trovo,
pare io sia di vitale importanza per l’uomo e la sua macchina. Se non per lo
spirito, è per la carne.
La carne in questione non è certo la mia, che molta ne rifletto
ma nulla ne possiedo, ma quella dal mio detentore, proprietario del trabiccolo
in cui mi hanno collocato più di dieci anni fa.
Con la denominazione di trabiccolo non vorrei ora
offendere chi mi accoglie da tanti anni e che come me ha svolto egregiamente (finora)
il suo servizio. Deve ammettere però che, tra tutte le vetture in circolazione,
la natura (o meglio l’uomo) non è stata molto generosa.
Sì perché l’utilitaria che mi hanno assegnato era già
bruttina da nuova, immaginatevi ora a dieci anni dal suo esordio. Di auto ne ho
riflesse diverse durante la mia esistenza, che ci inseguivano o che
incrociandoci proseguivano per direzioni opposte, e tra queste ho riconosciuto
le sue gemelle. E un’idea di estetica me la sono pure fatta.
Nonostante questo, ha sempre eseguito il suo dovere. Mai
un problema o un guasto, dieci anni di attività intensa e migliaia di
chilometri percorsi.
Per quanto io possa riflettere da sempre soltanto il suo
abitacolo posteriore e ciò che lascia alle spalle durante i suoi tragitti,
posso asserire che quello che le hanno tolto in estetica le hanno dato in
affidabilità.
Morale della favola: non sempre mancanza di bellezza e
lusso sono sinonimo d’inferiorità, soprattutto se riguarda affidabilità e
sicurezza. E qui entro in gioco io.
Dopo aver tentato in tutti i modi di farmi perdonare dal
trabiccolo, per il termine offensivo appunto, con belle e buone parole a suo
vantaggio ora parliamo di me.
A differenza dei miei fratellastri, che vivono
perennemente sotto variabilità climatiche per nulla sopportabili dal
sottoscritto, io e il genere cui appartengo siamo solitamente collocati all’interno
di un abitacolo, di fronte al conducente e con lo sguardo rivolto all’indietro.
Grazie all’argento e al silicio di cui siamo composti,
possiamo riflettere in maniera fedele tutto ciò che si pone davanti a noi. Su
questo siamo funzionali, fidatevi!
La mia missione è quella di riflettere la vita che accade
alle spalle di questa trappola nonché a quelle dell’umano che ne fa uso. Un
guardaspalle insomma.
In epoca moderna posso affermare con orgoglio di essere il
guardaspalle più usato al mondo ma aimè anche il meno elogiato per il lavoro
che svolgo.
Non che voglia qui ora pretendere una riconoscenza che mi
avreste dovuto, ma ammettiamolo: è un debole tutto umano quello di non
riconoscere chi in realtà lo protegge per davvero, chi lo aiuta a guardarsi le
spalle da pericolose circostanze che potrebbero arrivare dalle retrovie, o da
quelle che potrebbe causare. Da un presente da poco passato ma pur sempre
presente.
Vi pare poco?
Guardare lo scorrere della vita che vi lasciate alle
spalle con frenetica corsa per il vostro prossimo obiettivo. Faccio anche
questo, non ci avete mai pensato? Dico a te Uomo, sono il tuo terzo occhio qui
dentro e ora faccio della filosofia.
Ridi, ridi. Se sapessi cosa vedo io nel riflesso dei tuoi
occhi quando mi guardi.
Rifletto tutto quello che mi si pone davanti, registro
immagini e te le mostro. Ricordi?
Un muro è sempre un muro, ma io sono stato creato
soprattutto per misurare le distanze.
In pochi centimetri quadrati ti mostro una prospettiva
che non potresti avere e per di più su una distanza e profondità il cui calcolo resterà un mistero
per voi umani.
I vostri test sull’argomento sono approssimativi, ve lo
dice lo specchietto retrovisore.
Rifletto profondità che vanno oltre il visibile, lo
specchio ha poteri magici. Te lo dicono da sempre, ma tu continui a non
crederci e ti fermi a profondità più prossime.
Con me ne hai tutto il diritto e dovere, per carità! Ci
manca solo che ti metti a scrutare le profondità del tuo animo distraendoti
dalla guida.
Sopporto a malapena la parte femminile del genere che sempre più spesso mi usa per scopi per nulla aderenti al mio obiettivo.
Sopporto a malapena la parte femminile del genere che sempre più spesso mi usa per scopi per nulla aderenti al mio obiettivo.
Dico: esistono specchi adatti per questo, io sono solo un
guardaspalle e non il suo specchietto da borsetta!
Con me i selfie se li fanno da una vita, per uso privato
certamente, e non immaginate neanche le labbra a culo di gallina e rossetto che
ho dovuto riflettere in dieci anni.
Perciò, Uomo basta così! Usami solo per quello per cui
sono stato creato, ma mi andava di porti l’accento sulla magia che uno specchio
contiene, se bene osservato.
Il guardaspalle
della tua auto sarà sempre al tuo servizio, rifletterà quanto avrai voglia di
vedere, in base alle tue esigenze.
Ma se una sera, in un parcheggio qualsiasi (spegni l’auto
mi raccomando), ti sentirai abbattuto dopo che labbra a culo di gallina se ne è andata per l’ennesima volta,
allunga la tua mano su di me e posizionami sui tuoi occhi.
Guardami, guardati, vai in profondo e troverai una
risposta.
E forse labbra a culo di
gallina non tornerà.