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venerdì 5 dicembre 2014

Clic


Seguire con lo sguardo su un muro virtuale
per cogliere, di un mondo, l’eterno superficiale.
E schiaffo in copertina la scorza dei miei umori.
Il pubblico pagante, che tosto resta alle apparenze,
si compiace della svista emulando poi rumori.

Clic

E quel suono immaginato, se si accosta ad un aspetto,
si fa largo sulla strada che conduce fino al petto.
Tutto e niente su quel muro, come graffi su parete
laddove tracce di un passato ingarbugliano mie mete.

Clic

L’imprudenza, che riattiva l’accensione, suggerisce
manutenzione di un motore ancora caldo.
Innocente, fuor di dubbio, ma l’effetto che ne consegue
mi sollecita a un’ispezione, che conferma tuttavia
un’antica intuizione.

Clic

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