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sabato 14 marzo 2020

Re Virus


C'era una volta un laboratorio, e forse esiste tuttora, di cui non si conosce ne il luogo ne i nomi dei grandi biologi che vi lavoravano, che diede vita a un virus piccino piccino ma con un grande futuro! Era talmente bello e indipendente che i loro creatori decisero di incoronarlo diventando così re Virus.. L'incoronazione, avvenuta molti anni fa, fece da subito capire al piccolo Virus quanto radioso sarebbe stato il suo futuro, un futuro da re.

Era talmente indipendente e fiero di sé che un giorno decise di scappare dal laboratorio con un grande desiderio: girare il mondo. E così fece.
Si accorse però, da subito, di non avere ne gambe ne zampe che lo avessero potuto aiutare nel suo vagabondare, per cui dovette cercare al più presto un mezzo di trasporto e lo trovò prima nei pesci, su cui ci si appiccicò con molta facilità e poi, non contento di perlustrare solo i mari, nell'uomo.
La terra lo attirava molto più del mare, era bella, luminosa di giorno e stellare di notte, in quanto all'uomo era il miglior mezzo di trasporto potesse mai trovare. Saltava da un umano all'altro e questo gli permetteva non solo di moltiplicarsi, ma anche di spostarsi con più velocità da una parte all'altra del continente in pochi giorni. Era euforico!
Poter vivere e viaggiare in tutta comodità su corpi più grandi di lui, piegandoli al suo volere, modificandone addirittura la vita lo faceva sentire onnipotente. Alle volte la sua troppa euforia riusciva però a soccomberli ma a lui poco importava poiché era lo stesso che facevano gli umani con gli animali, si diceva tra se e se, e questo bastava a soffocare ogni rimorso.
Per sua indole preferiva gli uomini più vecchi, meglio se malati, ma non disdegnava neanche i giovani deboli o chiunque avesse problemi fisici. Non era un gran combattente e gli veniva più comodo appiccicarsi a uomini indifesi.
Gli anni passarono e lui cominciava a sentirsi talmente onnipotente che il solo viaggiare e condizionare la salute degli uomini non gli bastava più. Voleva impossessarsi anche della loro economia e deciderne le sorti. La sua autostima crebbe quando si accorse che alcuni esseri umani, che avrebbero dovuto temerlo perché capace di uccidere, cominciarono a scommettere su di lui, sì insomma ci puntavano del denaro come se giocassero a una corsa di cavalli in cui lui era il favorito. Il piccolo Virus era orgoglioso di questo ma anche stupefatto di scoprire quanti uomini privi di etica esistevano al mondo, proprio come lui e questo aumentò la sua determinazione.
Re Virus diventava sempre più potente e la popolazione non riusciva più a fermarlo. Si infiltrava in ogni raduno, in ogni assembramento saltando da un individuo all'altro e gli uomini dovettero privarsi della loro libertà per tentare di debellarlo, evitare ogni contatto, portare mascherine di cui lui faceva grasse risate passandoci attraverso perché era talmente piccolo e invisibile che nessuna barriera poteva fermarlo.
Così la paura cominciò a regnare tra gli umani, grandi e grossi com'erano venivano sconfitti da un essere così piccolo e inarrestabile. Il suo potere diventò immenso e capace di condizionare la salute, la vita e l'economia mondiale in breve tempo. Dove non si moriva di malattia si moriva di paura o di fame. I grandi capi della comunità terrorizzati dai danni che avrebbe potuto creare alla salute, proibirono ogni genere di attività al popolo. Il mondo si impoverì. Il re diventò così presto sovrano di una nuova era dove i poveri diventavano più poveri e i ricchi, che avevano investito su di lui, più ricchi. Questi ultimi però non avevano calcolato che il re Virus, per quanto compiaciuto di avere dei seguaci, non poteva e non voleva fare differenze, gli uomini sono tutti uguali si diceva per cui si appiccicò anche a loro, prima del finire della primavera, spaventandoli a morte.
Fortunatamente arrivò un'altra estate e con essa il letargo di re Virus. Ma le stagioni passano e il re sarebbe nuovamente tornato più forte di prima ma con un nome diverso procurando ancora paura e vittime. Nel frattempo, durante la sua assenza, gli stessi uomini senza scrupolo progettavano scommesse per il suo prossimo ritorno