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martedì 22 dicembre 2015

Oltre la soglia

Racconto da traccia: Chi bussa alla mia porta?

Traccia:
Il vento si è alzato. Di brutto, anche. Guardo l’ora: le sette di sera.
…si prevede che la bufera colpirà la regione con la massima violenza stanotte e…
Prendo un altro ciocco e lo sistemo nel camino: la temperatura si sta abbassando in fretta.
…consigliamo agli ascoltatori di passare questa sera di vigilia a casa e…
Spengo la radio. Sì, ho sentito bene: stanno bussando alla porta.

Racconto: Oltre la soglia 

E’ la vigila di Natale e qualcuno sta bussando alla mia porta, ma chi cazzo è!?  Non aspettavo nessuno e nessuno sa che sono qui. Vivo da così poco tempo in questa città e già qualcuno rompe i coglioni! Avrei dovuto rimanere al buio. La finestra sulla strada! Chi mi cercava era certo di trovarmi, quella cazzo di luce accesa segnala la mia presenza, devo spegnerla subito! Merda, è tardi ora! Chiunque sia sa che sono in casa, ma cosa vuole? Dovrei aprire ora, potrebbe risolversi in pochi secondi o magari no, magari sarò costretto a farlo entrare, offrirgli da bere, ringraziarlo per la visita e augurargli un buon Natale, come si conviene in queste occasioni. Proprio stasera che avevo programmato tutto!
E ora che faccio? Non vorrà mica rovinarmi il Natale spero? No perché a quello c'ho già pensato io.  Il suo Natale sarà certamente buono, così buono che ha deciso di farmi visita. Vorrà portare forse un po’ di buono anche al sottoscritto che pare ne sia rimasto a corto.
Pensandoci bene però: così buono che preferisce bussare alla mia porta alle sette di sera il giorno della vigilia invece di starsene con i suoi cari? Qualcosa non torna.
Forse non è poi così buono come sembra anche per chi bussa alla mia porta, forse dovrei farlo entrare e scoprire che posso ancora aiutare qualcuno, essere utile e fare così la mia buona azione natalizia. Sarebbe una buona azione già aprire quella porta, figuriamoci, ma poi: si può considerare buona un'azione quando ci si ritrova a non poterla evitare? In fondo lui è lì, davanti alla porta di casa che attende, forse, il mio soccorso: come aprirò quella porta lui, o lei che sia, verrà parzialmente accontentato.
Dico parzialmente perché non so cosa voglia il giorno della vigilia, ma se anche solo volesse farmi gli auguri di buon Natale, e cioè qualcosa che lo faccia sentire bene, la sua buona azione natalizia nei confronti del nuovo venuto o del totale sconosciuto, se anche fosse solo questo e io glielo permettessi,se ne andrebbe felice di averlo fatto. Anche volendo, dunque, non potrei evitare di accontentarlo, aprendo quella porta mi costringo a fare una buona azione e cioè permettergli di fare la sua. No! Ho in mente altro stasera. Odio fare cose quando il sistema mi induce a farle, essere buoni il giorno di Natale sembra la cosa più cattiva dell’anno.
Eh bussa, bussa, oddio ancora che bussa il guasta feste! Vuoi entrare nel mio cazzo di nascondiglio per pulirti forse la coscienza con un bel “ Buon Natale, sono il vicino, se è solo si aggiunga a noi?”! Ma Vaffanculo stronzo! E per lo stesso motivo ora io dovrei aprire quella porta e parlare con lo sconosciuto che ancora attende ch’io lo faccia? Se lo scorda!
“C’è qualcuno in casa..uuuh, sono la vicina”
Cazzo la vicina! Veramente è venuta a farmi gli auguri, merda! O forse ha seriamente bisogno d’aiuto? Che so; suo marito ha mangiato troppo e ha in corso una congestione, o è lei che ha bevuto troppo, oppure è rimasta senza latte per fare la crema per il pandoro. Ah no! Non potrei mai lasciarla senza crema, mi toccherà alzare le chiappe e andare ad aprire per poi risponderle che non compro latte, sono allergico anche a quello, che sfiga! Ma oggi è il suo giorno fortunato, non riceverà questa brutta notizia perché forse non aprirò quella porta, perché così ho deciso per questa mia vigilia; non aprire quella porta! Sembra il titolo di un film horror, ma qui di horror c’è solo la mia vita che è andata a rotoli, un'innarrestabile discesa che mi ha portato fin qui, in questa casa fredda e vuota.  
Mi somiglia pure, anche il giorno della vigilia. Non un solo addobbo, non una sola lucina, nulla che possa somigliare al Natale ho appeso. Mi chiedo allora cosa abbia spinto la mia visitatrice a farmi visita. Servire gli auguri di un felice Natale a chi il Natale non lo festeggia non mi pare una buona idea, e se fossi di altra fede?
Se poi la visita avesse tutt’altro indirizzo perché bussare alla porta di una casa che, nel giorno più buono d’occidente, dall’amore universale pare sia stata dimenticata?
Che domande stupide mi faccio! E se fosse amore che bussa alla mia porta? Se non oggi e in questa casa, quando e a chi dovrebbe? Se è vero, come qualcuno dice, che l’amore non cerca se stesso perché già lo possiede, che l’amore esiste per riempire i vuoti e non i pieni, beh allora.. qui troverebbe ampio spazio per accomodarsi e moltiplicarsi. Se solo gli aprissi quella dannata porta.
Certo, oggi farei fatica a riconoscerlo lo ammetto; a dire il vero ho sempre avuto enormi difficoltà, me lo diceva sempre la mia Elke.
Lei sì che aveva intuito, perché lei era l’amore e avrebbe riempito anche questa casa come tutte le altre, e io quella porta l’avrei aperta al primo tocco e senza esitazioni, e alla mia visitatrice avrei procurato tutto l’indispensabile: anche il latte se era necessario! Ma lei non esiste più e con lei se ne andato tutto, amore compreso, sottratto nel sonno e sostituito con l’odio, così da un giorno all’altro. Impotente sulla mia metamorfosi, arrivai a odiare anche quello che a lei apparteneva convincendomi  a partire lontano da tutto ciò che me la ricordava con la speranza forse di salvarmi da un odio che man mano cresceva dentro. Irriconoscente! Sì, questa irriconoscente vita aveva ripagato la nostra fede e l’amore per gli altri con la morte. Insoddisfatta delle mie pene poi, aveva allegato alle mie valige, il giorno della fuga, quell’odio da cui fuggivo. E oggi, nel giorno della vigilia di Natale, il mio giorno più triste, nell’ora fatale, ha il coraggio di bussare alla mia porta!? Strafottente vita! Cosa cerchi ancora? Mi vuoi umiliare facendomi credere che tutto continua? Che l’amore è sempre alla porta che aspetta? Lo lascerò aspettare allora, non mi farò ingannare per l’ennesima volta e non mi farò derubare soprattutto, perché ne resterò sprovvisto lasciando incustodito solo il mio odio.
Prova a sottrarmelo se ne sei capace.
Bussasse la morte alla mia porta avrei già aperto, ma pare che la vita non abbia alcuna intenzione di farmi un regalo simile, dovrò pensarci da me, forzerò l’accesso all’inferno con una corda lasciandomi penzolare al soffitto. Sì. Immagino la faccia della vicina che bussa alla mia porta quando scoprirà che oltre quella soglia, mai superata il giorno della vigilia, si consumava la morte e non l’amore come avrebbe forse desiderato.
Il mio ultimo atto d’amore estremo per la vita derubatami non verrà mai riconosciuto come tale, ne sono certo, mentre l’esistenza della visitatrice sconosciuta resterà turbata nei giorni di festa dall’inquilino sconosciuto che, in un atto estremo, si tolse la vita lasciando incompiuta la sua buona azione natalizia.
Non avrebbe mai dovuto bussare a quella porta, un gesto innocente che lascerà di me una buia impronta nella sua mente.
Eccola ancora! Sta bussando un'altra volta, la terza ormai, ignara che così facendo estenderà a macchia d’olio, nel suoi ricordi, l’impronta di un  uomo dall’oscuro volto che, oltre quella soglia, premeditava, lontano dagli affetti e in una città straniera, la fine dei suoi giorni.
Vattene ti prego vattene!
Potrebbe però essere l’ultima occasione; non salire sul tavolo e aprire alla vita e all’amore che al di là di quel confine bussano e mi attendono porgendo una mano salvifica. No, no.. devo proseguire con il mio piano progettato mesi addietro, solo un passo mi divide dalla sua realizzazione,  un passo oltre il margine di quel tavolo e magicamente una porta mi verrà aperta.
La vicina ha smesso di bussare. Si è allontanata. La speranza si è dunque arresa, e qui inizia a fare freddo.
E’ ora che io vada.



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