Lento è lo sgonfiarsi di una camera d'aria,
tubolare sede d'incorporea natura,
che sostiene il peso della nostra ventura,
della sorte decisa in un futuro e inevitabile arresto!
Che ruota, ruota avvitandosi su se stessa,
macinando chilometri d'asfalto, traslocando
l'esistenza di maldestri uomini, negli anni a venire.
Che si abbandona al cedimento
se stazionata all'inferno dell'immoto,
e capitola su fantomatici terreni mai percorsi.
Che si riscopre fragile membrana
aggravata da smisurati carichi umani.
Che induce al movimento velocità
altrimenti ridotta in apatici corpi lenti e goffi.
Che duella con la gravità, e sfida
smisurate volte celesti. Che trasloca rapidi
gli sguardi, con la forza del desiderio,
per declivi e scalate su scenari mozzafiato.
Desiderio; isolato piacere per inesplorate valli
di campi in viole, luoghi lontani
da immobili colate di cemento.
…
E allora corri, corri senza freni!
Speranza sta negli occhi di chi guarda
un orizzonte,
e non tocca mai la fine.
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