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lunedì 6 maggio 2013

0605 LABUONANOTTE L'incanto


Ok va bene, la testa me la sono spaccata, anche fisicamente intendo, e la schiena rotta ma...che bella la mia nuova parete in pietra! Due anni per finirla. Un po' lentino vero? E' che a furia di “spaccarmi” la testa in altro modo per tutto questo tempo i lavori sono rimasti al palo.
Tonino il parrucchiere mi ripeteva spesso una frase, e lo fa ancora oggi, un proverbio che dice “o cazzo nun' vole pensieri” Chiaro no? Quando hai i cazzi tuoi manco l'uccello risponde al richiamo.
Se è per questo mi succede di peggio, quando attraverso la stagione seghe mentali il cervello annulla o rallenta tutte le connessioni per rimanere concentrato a tempo indeterminato sulla sega irrisolta, tradotto null'altro faccio. Motivo per cui prima me la levo dalle palle e prima mi rimetto in moto.
Dipendesse sempre da me. Oddio, in realtà così è, con una buona dose di superficialità tutto diverrebbe sega sega mastrocicco. Con una buona dose tutto scivolerebbe come deve e le sospensioni durerebbero il tempo di una domanda breve e io questa benedetta casa l'avrei finita da un pezzo! Ma così non è stato, finora.
Con la lentezza e la tenacia di un archeologo ho riportato alla luce le pietre sommerse di quella parete che riaffiorano in bella mostra ora in superficie, e adesso ne contemplo l'immagine riemersa, sassi che conto ad uno ad uno perché liberi da quella copertura di terra e stabilitura.
Ho scavato, ripulito, risanato con l'obbiettivo di metterla a nudo e riscoprire la bellezza che si celava dietro, il fascino dell'imperfezione, della sua vera natura, degli elementi di cui è composta.
E' stato un percorso lento e lungo, piccoli passi per un grande risultato. Ad ogni sasso liberato un traguardo conquistato, un assillo terminato, un riscatto realizzato.
E se la realtà diventa metafora mi accorgo che in fondo è così che passo il tempo ed è così che il tempo vola, nella lenta e spasmodica ricerca  della bellezza che si nasconde oltre, della profondità che custodisce la verità, del reale aspetto che muore in superficie. Ci vuole tempo e fatica, forse troppo per quanto mi riguarda, ma non importa perchè non esiste un tempo sufficientemente lungo che possa scoraggiare l'animo di chi ancora prova, anche solo nell'esplorazione, incanto per la scoperta.


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