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sabato 11 maggio 2013

1105 LA BUONANOTTE Apparentemente statico

Pare che ricominci a soffiare il vento. A tratti. Una vela raccoglie quell'impeto intangibile che solo la natura può decidere quando sprigionare in collera.
La sensazione d'immobilità per ora resta ma, il discontinuo gonfiarsi del telo bianco fa ben sperare.
Sporgo dalla barca e osservo lo specchio d'acqua che ci sostiene, una leggera increspatura del liquido si allontana lentamente alle mie spalle. E' un impercettibile avanzamento, sufficiente però a contraddire l'apparente staticità.
Forse, a breve, ricomincerò a muovermi. Approderò finalmente in un porto per potermi rigenerare e rifocillare d'acqua e cibo, per sanare il mio corpo segnato da un'inconcludente interruzione sotto il sole che per mesi ha prosciugato i miei liquidi e fallimentari esperimenti.
Forse troverò qualcuno ad attendermi sulla banchina, qualcuno su cui poter finalmente versare parole rimaste ad asciugare per troppo tempo. Preghiere disidratate per introvabili attracchi, versi stuprati nella forma e nel colore.
Forse trascinerò questo mio corpo per inesplorati itinerari su terra ferma, con nuova formula per una nuova ed esaltante decade.
E allora che la natura sfoghi pure tutta la sua collera, più di quanta ne abbia sfogata io, più di quanta ne abbia mai erotta, purché si ricominci ad avanzare!
Verso un approdo o tra gli abissi non importa.
Riversa ora la tua rabbia su quel drappo bianco ed io la contrasterò per trarne profitto e per trasferire gioiosamente le mie mani su nuove fortune.
Che forse in altro luogo già mi attendono.

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