Che beffa! Se
penso che l’unica cura a questo genere d’infermità sia proprio il tempo. Ad
ognuno nella sua misura, che misura avrà la mio? Mah.. non so, il giorno che mi
sarò rimesso lo scoprirò, quando la smetterò di chiedermi se ancora ama
leggermi.
- Ma perché mai dovrebbe ancora leggerti!?
- Beh.. non so, forse per lo stesso motivo per cui io
leggo altri? Mi piace quello che scrivono.
- Già ma tu scrivi di te, è un diario il tuo molto
personale.
- Che illuso! Credi che cambiare il sottotitolo al tuo
blog, per rendere tutto più impersonale, sia sufficiente?
- Non dico questo ma..
- Ma, ma.. ma, basta così. Non è quello che scrivi il
problema; alcune volte forse è più il motivo che ti spinge a farlo; quello che senti, vedi o che vivi tramuti, con passione, in arte, o in testi in questo caso, che
ami rileggere e vorresti li amasse allo stesso modo il tuo lettore.
- E allo stesso modo vorrei amare il mio lettore.
- Infatti, le persone che più hai amato, che più ti hanno
coinvolto, erano o non erano tue lettrici?
- Lo erano.
- Lo vedi? Tu ami chi ama le tue parole.
- Io amo chi ama me e la mia parte creativa, non solo le
parole. Chi sa veramente amare la mia creatività non aspettandosi nulla.
- E bravo il mio creativo, così i tuoi tempi non faranno che
raddoppiare, e mai guarirai, fino al prossimo ammiratore che si aspetterà
qualcosa da tutto sto chiasso, ma tu non
farai altro che questo, e nel farlo pretenderai di essere amato, e amato e.
Tutti si aspettano qualcosa, la vita non è un’eterna
prova generale, ma quando pensi di andare in scena?
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